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PARTE PRIMA – L’ANALISI

Capitolo primo

L’analisi funzionale degli spazi

1a. Restauro e funzionalità

Uno dei problemi principali posti dagli interventi di restau-

ro sui contenitori di grande valore storico ed architettonico

è costituito dall‟individuazione di un corretto rapporto di

compatibilità fra quelle che sono le strutture in senso stret-

to e l‟insieme delle funzioni che tali strutture possono ospi-

tare.

Naturalmente tale problematica si pone con maggiore o

minore forza in relazione non solo alla tipologia architet-

tonica degli edifici, ma anche alla storia che li ha attraversa-

ti, alle funzioni che essi hanno rivestito nel corso del tem-

po, alle modalità della loro integrazione nel tessuto sociale

e culturale della nostra società e, non da ultimo, al loro va-

lore simbolico.

E‟ chiaro infatti che se l‟intervento di restauro conservati-

vo è rivolto ad edifici che per le loro caratteristiche storico-

artistiche e per la loro storia costituiscono di per sé un pa-

trimonio talmente significativo da meritare un‟opera di

conservazione, è logico che questo possa prescindere in

larga misura dal loro possibile utilizzo e possa in qualche

modo anche essere isolato dal contesto generale nel quale è

attuato.

In tal caso è naturale che la qualità dell‟intervento venga

valutata essenzialmente con criteri che mettono in gioco le

caratteristiche strutturali, le evidenze artistiche, la storia, lo

stato di degrado dell‟edificio, il rigore dell‟opera di restau-

ro, l‟opportunità o meno di interventi di ripristino, e così

via.

Ma se oggetto dell‟intervento conservativo è un edificio

che, pur presentando elementi di grande rilievo storico e

architettonico, si è connotato nel tempo anche come con-

tenitore di funzioni socialmente definite, appare chiaro che

la relazione struttura/funzioni diventa centrale.

Il caso dell‟ex Casa del Fascio e dell‟Ospitalità di Predap-

pio appartiene evidentemente molto di più, come proba-

bilmente la maggior parte di questi tipi di edifici presenti

nel nostro paese, a questa seconda tipologia di contenitori.

Si tratta di un edificio che gli eventi storici hanno attraver-

sato con una certa continuità soprattutto nei primi due de-

cenni di vita e che ha visto negli anni successivi un utilizzo

limitato, spesso occasionale, ed un progressivo degrado,

anche se è stato sottoposto a qualche intervento di conser-

vazione in realtà molto parziale.

Questa condizione ha però consentito paradossalmente

che esso ci sia pervenuto nella sua configurazione origina-

ria, senza trasformazioni sostanziali, sia nell‟involucro

esterno che nell‟articolazione degli spazi interni.

L‟ex Casa del Fascio e dell‟Ospitalità di Predappio, così

come tanti edifici storici ad essa coevi, vede pertanto pre-

valere il carattere di testimonianza dell‟epoca che l‟ha vista

sorgere, a discapito delle epoche successive che, fra desti-

nazioni parziali, tentativi di alienazione, utilizzi impropri,

non l‟hanno in alcun modo caratterizzata.

Oltre a ciò è necessario rilevare, sul terreno delle funzioni

che saranno consentite alla fine dell‟intervento strutturale,

che le stesse potranno essere relazionate, a differenza di

quanto accade per alcune tipologie di edifici storici (con-

venti, castelli, complessi residenziali storici, ecc.), caratte-

rizzati dalla non ripristinabilità della loro funzionalità ori-

ginaria, a funzioni in qualche modo riconducibili a quelle