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1a.2 Il bacino di riferimento
Un aspetto molto importante sul piano metodologico, per
la prefigurazione delle funzioni, è costituito dalla individu-
azione di un corretto rapporto fra la dimensione stretta-
mente locale e quella che ha come riferimento il contesto
generale.
Questi due fattori infatti, con le tendenze che esprimono e
con i bacini territoriali che interessano, possono eviden-
ziare diversi tipi di fabbisogno ed al tempo stesso diversi
tipi di opportunità.
Se ad esempio la progettazione non fosse equilibrata da
questo punto di vista, si potrebbero verificare incon-
gruenze che inciderebbero negativamente sia nella fase di
realizzazione dell’intervento sia, particolarmente, nella fase
di gestione della struttura recuperata.
In concreto si correrebbe il rischio da un lato di produrre
un’estraneità dal corpo sociale nel quale l’edificio è collo-
cato o dall’altro di compromettere le opportunità di in-
contro con un grande bacino di fruizione e di non stimo-
lare un’aggregazione istituzionale adeguata a sostenere
l’intervento e la futura gestione.
1a.3 Per una progettazione partecipata
Essenziale, al fine di individuare funzioni credibili, condi-
vise e sostenibili nel tempo, è assicurare alla progettazione
un alto grado di partecipazione in termini sociali ed istitu-
zionali.
In questa fase di progetto tale metodologia ha indotto a
numerose verifiche sul campo coinvolgendo gli attori più
direttamente interessati all’intervento, dai rappresentanti
dell’amministrazione pubblica, agli altri soggetti pubblici
che hanno già una relazione col territorio in questione, da-
gli operatori privati in ambito turistico, formativo e cultu-
rale, alle Istituzioni e agli organismi strategicamente inte-
ressati all’intervento.
Questo “sondaggio” è stato attuato sia per mezzo di in-
contri specifici, sia attraverso le iniziative promosse in
quest’ultimo anno dall’amministrazione comunale in prima
persona.
Particolare attenzione in questo quadro è stato rivolto alle
valutazione espresse nell’ambito del “Tavolo regionale”
che raccoglie la Regione Emilia-Romagna, l’Istituto per la
Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea, l’ANPI
nazionale, i Comuni di Forlì e Predappio, la Provincia di
Forlì-Cesena, la Fondazione Alfred Lewin di Forlì.
Tale attività esplorativa è stata inoltre accompagnata dal
confronto con vari esperti del settore, nonché con gli ela-
borati di professionisti che a vari livelli hanno affrontato
diverse ipotesi progettuali.
Da ultimo, per la predisposizione della presente versione,
si è tenuto conto delle prime valutazioni espresse nell’am-
bito della Commissione incaricata dal Comune, con delibe-
ra di giunta n.141 dell’8/10/2014, per la formulazione di
una proposta a livello museale.
Per il futuro infine si ritiene indispensabile che, nella fase
di concretizzazione del presente progetto e nella
predisposizione degli strumenti esecutivi, sia realizzato un
ulteriore passo in avanti in termini partecipativi, sottopo-
nendo le ipotesi avanzate ad una verifica estesa ed
approfondita, continuando con l’organizzazione di specifi-
ci incontri, eventualmente gestiti per aree di interesse
omogenee, che possono essere così esemplificate:
Enti pubblici competenti per territorio (Ministero, Re-
gione, Provincia, Unione dei Comuni); Altri Enti pubblici
variamente interessati (Comune di Forlì, Parco Nazionale e
Comunità); Organismi pubblico/privati interessati.;
Università, Enti di formazione, Enti di supporto dell’Uni-
versità; Associazioni di categoria a livello interprovinciale
(province di Forlì-Cesena e Ravenna); Operatori e organi-
smi turistici e culturali del territorio.