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Anche per quanto riguarda il rapporto con i soggetti cultu-

rali del territorio la valutazione è analoga, nel senso che, a

differenza di quanto accadeva nel passato, l’Ex Casa del

Fascio e dell’Ospitalità non potrà trasformarsi in una sorta

di “condominio” di associazioni o organismi locali,

soprattutto se non direttamente correlati con la tematica

che costituirà la sua missione. La relazione con i principali

soggetti culturali del territorio dovrà piuttosto concretiz-

zarsi sul terreno funzionale, della condivisione di progetti e

della collaborazione organizzativa.

1b.4 L’integrazione economica

Il rapporto fra la dimensione del comune di Predappio e

l’ampiezza del progetto relativo all’ex Casa del Fascio e

dell’Ospitalità attesta di per sé l’importanza socio-econo-

mica dell’operazione, non solo in termini di opportunità

occupazionali, bensì soprattutto dal punto di vista del con-

sistente indotto che può produrre.

Ma non solo: la stessa presenza di una tale struttura, con

una vocazione territoriale ben più ampia di quella relativa

alla sua collocazione e con una valenza comunicativa

molto forte, può costituire un fattore di traino assai rile-

vante in vari settori economici, oltre a quello già citato del

turismo.

In particolare l’integrazione economica può interessare il

settore dei servizi, che la vita di una struttura come quella

prevista stimola ben al di là del tradizionale fabbisogno lo-

cale (trasporti, manutenzioni, qualificazione urbana, ecc.).

1b.5 Una prima sintesi

Le valutazioni proposte inducono dunque a ritenere che la

valorizzazione dell’ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità da

un lato risponda, almeno in parte, ad un fabbisogno locale

e dall’altro costituisca una significativa opportunità di svi-

luppo.

Peraltro questi due aspetti rappresentano in buona misura

anche la motivazione di un così significativo impegno delle

istituzioni locali ed in primo luogo del Comune di Predap-

pio, impegno che è condizione indispensabile sia per

l’attuazione dell’intervento di recupero dell’edificio, sia per

la sua futura gestione.

In particolare d’altra parte è opportuno richiamare il fatto

che l’intervento su edifici storici di tali dimensioni, con le

ingenti risorse che richiede, trova una propria giustifica-

zione non solo nella necessità di conservare un patrimonio

storico di grande interesse, ma anche nella sua rivitalizza-

zione.

Essa peraltro non può avvenire se non grazie alla afferma-

zione di un grande interesse pubblico, soprattutto in quegli

ambiti territoriali considerati marginali rispetto ai circuiti

tradizionali dell’imprenditorialità privata, che opera natu-

ralmente applicando parametri diversi per la valutazione

della produttività economica di ogni investimento.

Ciò detto però, nel prefigurare le funzioni alle quali desti-

nare l’ex casa del Fascio non si dovrà correre il rischio di

considerare l’interesse pubblico come una funzione esclu-

siva e la dimensione locale come fattore prevalente.

Nel prefigurare le funzioni e le attività infatti è necessario

fare uno sforzo di “decontestualizzazione”, onde individu-

are il possibile equilibrio fra dimensione locale ed apporti

esterni, fra funzione strategica pubblica e concorso del pri-

vato.