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Alla fine del percorso del piano primo, la sala accoglie un soppalco di arredo

autoportante, una sezione speciale dell'esposizione dove narrare le arti e la cultura sotto

il periodo fascista. Introdotto dal commento degli storici, il percorso del soppalco si

snoda attraverso

isole tematiche

riferite alla letteratura, alla scienza, al mondo

universitario, al teatro, all'architettura e alla pittura. Alla fine del soppalco, il perno

dell'estrusione dell'ingranaggio si fa volume chiuso, ad ospitare proiezioni immersive e

video in grado di testimoniare l'arte cinematografica del periodo fascista, dal cinema dei

telefoni bianchi, a quelli di propaganda.

Nel piano terreno, dopo una comparazione tra i movimenti di ispirazione fascista che

si diffondono su scala internazionale, si entra nella sezione che racconta la costruzione

della macchina del controllo sociale, attraverso una sala immersiva in cui il visitatore ha

esperienza diretta del senso di angoscia e frustrazione legate ai temi della censura, della

macchina repressiva legata alla creazione dell'OVRA e del Tribunale speciale, del

Minculpop. La sala si presenta come un ambiente buio, con al centro un sedia, illuminata

da un cono di luce. La sedia rappresenta il luogo dell’interrogatorio. Avvicinandosi alla

sedia, il visitatore entra in un cono sonoro da cui ascolta l’audio di un vero interrogatorio.

Durante l’ascolto, sulle pareti opposte rispetto alla sedia, vengono illuminate a turno

immagini relative ai contenuti dell’interrogatorio. Il sistema permette infinite possibilità

di combinazioni di immagini, video e suoni, rendendo il concept flessibile ed

incrementale nei contenuti. Il percorso prosegue con due stanze in cui alle pareti

perimetrali viene riproposta la teoria dei setti allestitivi con la presenza degli ologrammi

degli storici per raccontare la politica sociale e imperiale, e arriva quindi nella prua

semicircolare della sala, con il racconto dell'Impero e la Razza, dalla conquista

dell'Etiopia fino alla guerra civile spagnola, anticipazione della guerra mondiale

introdotta dall'audio del discorso di Palazzo Venezia con la dichiarazione di guerra del

1940.

Nel seminterrato il visitatore entra direttamente nell'orrore della seconda guerra

mondiale, seguita nel suo andamento cronologico e geografico, in un senso continuo di

oppressione a cui contribuisce anche la scarsa altezza utile del piano.

A conclusione del racconto storico, una sala immersiva ripercorre con l'occhio e la

voce della folla alcuni momenti salienti del percorso storico oggetto dell'esposizione,

dalla nascita alla caduta del regime, in un'esperienza straniante attraverso la prospettiva

delle folle di cui il visitatore si sente far parte.

Come ultima sala, si confrontano due pareti multimediali che descrivono il

dopoguerra: le rovine e la distruzione del paesaggio e delle coscienze causate dal

fascismo e la rinascita verso la libertà e la democrazia.