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1d.2 La struttura e la distribuzione degli spazi interni.

Sostanzialmente la Casa del Fascio e dell‟Ospitalità di

Predappio ci è pervenuta, prescindendo dall‟evidente stato

di degrado, nella configurazione originaria, cioè senza par-

ticolari modifiche ai locali distribuiti sui tre piani.

L‟edificio è costituito da due corpi allungati, larghi circa 10

m., disposti ad angolo retto e collegati da un ampio vano

che ospita il grande scalone di accesso.

Dalle indagini effettuate risulta che la struttura, per le tec-

niche costruttive utilizzate, ha un alto grado di solidità,

con solai capaci di una buona portanza, anche al livello

della copertura.

Gli spazi interni sono ricavati con la realizzazione di pareti

e tramezzi di varia consistenza, anche in funzione delle

condizioni statiche dell‟edificio.

Certamente la loro configurazione, in sede di progettazio-

ne del riuso, può essere modificata operando essenzial-

mente sulle partizioni più leggere.

Per quanto riguarda l‟altezza degli spazi, va ricordato che

nei due piani fuori terra si va da circa m. 5,5 in media del

piano rialzato ai m. 6 in media del primo piano.

Questa configurazione volumetrica, che certamente ri-

sponde alla ricerca del miglior equilibrio possibile con le

caratteristiche esterne del palazzo, particolarmente dotato

su tutti i suoi lati di ampie finestrature e superfici vetrate,

comporta però alcune problematiche.

Innanzitutto nei vani di minore estensione si rileva una

certa sproporzione fra la base, sovente con lati non supe-

riori ai 5 m., e l‟altezza. Si ha così uno squilibrio, che risul-

ta meno evidente solo laddove lo spazio è utilizzato in tut-

ta la sua estensione. Inoltre appare del tutto evidente,

come conseguenza, una forte dispersione energetica.

Da quanto emerge dalle planimetrie dello stato di fatto al-

legate alle precedenti tabelle dimensionali, gli spazi di

maggiore estensione erano quelli riservati al bar e ristoran-

te, al piano rialzato, ed alle sale riunioni al primo piano. Le

restanti parti, come si è detto, erano variamente suddivise

e presentavano una certa dotazione di corridoi e disimpe-

gni, indispensabili per ridurre la necessità di attraversa-

mento continuo dei vani diversamente destinati.

1d.3 La percorribilità

Per quanto concerne la percorribilità orizzontale della

struttura, aspetto assai rilevante riguardo alla verifica delle

funzioni compatibili, va registrata una criticità costituita

dal fatto che i due corpi dell‟edificio sono collegati unica-

mente dall‟ampio vano che ospita lo scalone centrale,

condizione questa che produce di fatto una cesura e ridu-

ce le opportunità di prevedere funzioni unitarie a livello di

singolo piano.

Per accedere da un corpo all‟altro infatti è indispensabile,

dovendo transitare sui pianerottoli e gli spazi che raccor-

dano le scale, ripercorrere al contrario il percorso utilizza-

to per l‟ingresso nella struttura.

Anche per ciò che riguarda la percorribilità verticale van-

no rilevate alcune criticità che dovranno essere superate

nell‟ambito del progetto di riuso.

Sostanzialmente l‟unica possibilità di accesso a tutti i tre

piani della struttura è assicurata dalla presenza del grande

scalone centrale a cui si accede dalla scalinata esterna.

Le altre scale infatti hanno una funzione limitata: in parti-

colare quella presente nella torre consente l‟accesso dalla

strada solo al primo piano ed alla copertura; mentre quella

a chiocciola a lato della scalone consente l‟accesso solo dal

piano seminterrato a quello rialzato (nelle piante catastali è

evidenziata un‟ulteriore scala a chiocciola che raccorda

questi due piani nella zona vicina alla torre, ma nello stato

di fatto è assente).

Dunque anche per la percorribilità verticale lo scalone di-

venta l‟unico snodo possibile, rendendo problematico un