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1c. La Casa del Fascio e dell’Ospitalità di

Predappio

Rispetto alla situazione della provincia di Forlì, che

all‟inizio degli anni quaranta contava nel suo territorio, che

allora comprendeva anche Rimini e il suo circondario, ben

186 Case del Fascio, il caso di Predappio mostra alcune

peculiarità, riconducibili in buona misura all‟obiettivo del

regime di fare di questo centro, che aveva dato i natali a

Benito Mussolini, un simbolo vivente della “rivoluzione

fascista”.

Unico caso a livello provinciale di inserimento della strut-

tura non in un contesto urbano preesistente, bensì in uno

spazio concepito e costruito ex novo, la Casa di Predappio

assunse una centralità urbanistica di grande rilievo, colloca-

ta com‟era nel nucleo centrale al quale afferivano i princi-

pali edifici di quella che veniva considerata la rappresenta-

zione concreta delle principali funzioni civili e religiose:

Municipio, Basilica, Ospedale, Caserma dei Carabinieri, un

albergo, la scuola e, dal 1937, anche la Casa del Fascio, co-

stituivano la cornice della piazza principale della città.

Oltre a ciò, fin dall‟inizio, fu caratterizzante l‟elemento

dell‟”Ospitalità”, a differenza della generalità dei casi in cui

le Case del Fascio avevano una funzione prioritariamente

rivolta alla popolazione locale, rispetto alla quale assume-

vano una chiara vocazione aggregativa.

E “Ospitalità” significava che molti dei suoi spazi e delle

sue funzioni erano rivolti ai forestieri e ad una pratica di

pellegrinaggio ormai consolidata.

In particolare l‟esistenza di un grande bar e ristorante, di

una sorta di albergo diurno, e di ampi spazi di riunione,

erano proprio da ciò giustificati.

La stessa dimensione dell‟edificio, la sua prorompente ar-

chitettura, sarebbero stati elementi sproporzionati se con-

cepiti in funzione della sola “utenza” locale.

Questa “importanza” dell‟edificio, enfatizzata anche dal

suo orientamento spaziale, che lo rende una quinta

dell‟antistante piazza, forse la principale, è certamente una

caratteristica che avrà incidenza anche sulle sue future de-

stinazioni d‟uso.

1d. Le caratteristiche dell’edificio

1d.1 Le dimensioni

Le tabelle che seguono riportano in maniera dettagliata i

vani presenti nell‟edificio, la loro destinazione originaria e

la loro superficie netta.

Complessivamente vi sono tre piani sovrapposti, che pre-

sentano la seguenti superfici nette complessive, per un to-

tale di circa mq. 2.144:

-

Piano seminterrato: mq. 703,06

-

Piano rialzato: mq. 721,21

-

Piano primo: mq. 720,00

Si tratta dunque di un edificio di grandi dimensioni. Esse

sono attestate, oltre che dalle superfici nette, anche dal vo-

lume, che nel complesso è di mc. 16.370, diversamente di-

stribuito nei vari piani in quanto gli stessi presentano al-

tezze interne non omogenee, che variano dai 3 m. circa

del seminterrato ad una media di m. 6 circa per il primo

piano.

In particolare i volumi sono così suddivisi:

-

Piano seminterrato: mc. 3.147

-

Piano rialzato: mc. 5.435

-

Piano primo: mc. 5.788

-

Corpo torre: mc. 2.000.

L‟area su cui è costruito è di mq. 2.214. Di essa la parte

occupata dalla sua sagoma è di mq. 939.

La copertura è piana ed è collocata ad un‟altezza da terra

di circa 15 m. nel lato più a nord.