Background Image
Previous Page  18 / 172 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 18 / 172 Next Page
Page Background

18

14/8/2014

Il Duce, la pesante eredità di Predappio

A Predappio, almeno 80 mila ogni anno per il 'commercio del fascismo.

Commercianti, curiosi, chi viene a trovare le spoglie del duce.

Chiara Arroi

Predappio

- “

Ce le hai ancora le magliettine nere con le frasi? Le volevo per lui”. “Certo, ce l’abbiamo nera e

arancione. Guarda questa, in versione 'Me ne frego'. E polo non ne hai?”. “ No, La polo non ce l’ho"

. È il dialogo tra

il proprietario di uno storico negozio di souvenir fascisti, nel cuore di

Predappio

, e una cliente. Una giovane ragazza

con un bimbo nel passeggino. La donna cerca una magliettina per lui.

A

Predappio

, il paesino romagnolo, di 6.500 anime, che ha dato i natali a Benito Mussolini e, dove sono sepolte le

spoglie del duce,

questi negozi fanno affari

.

Attorno alla loro attività si è creato un enorme giro di turisti ma

,

soprattutto,

di nostalgici del regime

e fedelissimi. Almeno

80 mila ogni anno

. Fra curiosi e chi, invece, viene a

trovare le spoglie dell’amato duce e a salutare, con amicizia e rispetto, chi si batte per mantenere alta la memoria

fascista: i commercianti.

Ci sono sempre state, e ci sono tutt’ora forti polemiche.

Giorgio Frassineti

, sindaco di Predappio, da quando è

diventato primo cittadino, combatte tutti i giorni con questa realtà. “

Guardi, io sono Sindaco da cinque anni. Questi

negozi me li sono trovati aperti, perché c’è stata un’Amministrazione che, nel ’95, ha concesso loro le licenze. Ho

combattuto, prima da Consigliere comunale, con interpellanze, poi sono state fatte anche interrogazioni parlamentari.

Ma i negozi sono ancora lì perché possono stare lì. Poi, addirittura, il decreto Bersani sulla liberalizzazione delle

licenze, ha dato il lasciapassare definitivo

”.

Accendini a due euro, magliette, rigorosamente nere, con stampe del volto del duce o frasi celebri a quindici euro,

busti del duce da venticinque euro in su. E poi pantaloni, cappellini, tazze da caffè, sciarpe, cinture, fibbie, bracciali,

giubbotti, libri, dvd, portaceneri, tagliacarte.

Poi ci sono loro

,

gli immancabili manganelli

.

Quelli che non si

potrebbero vendere

,

in teoria

. In pratica, però, rientrano nella categoria dei souvenir.

Lei lo sa che se gira con un manganello in macchina le danno tre mesi di galera?

” , ironizza il Sindaco. “

Ma nei loro

negozi i manganelli ci sono, e sono considerati souvenir.

Io non posso farci nulla

.

Perché non posso entrare nel

merito di quello che c’è dentro il negozio

. A questo devono pensarci altre autorità: i Carabinieri, i Magistrati, la

Digos. La mia competenza riguarda solo l’esposizione in vetrina. E per quello, ho emesso ordinanza che vieta simboli

che richiamano al razzismo, alla violenza, alla shoah. Che fino a poco tempo fa c’erano! Il problema è che, nel

momento in cui

nel ’95 sono state concesse le licenze

,

si è scelto di non affrontare la questione storica del fascismo e

il problema Mussolini

. Delegandolo, di fatto ad altri, ai peggiori. Ai commercianti

".

I commercianti e alcuni clienti, più conoscenti, a dir la verità.

Fra di loro si chiamano

Camerata

’. “

Ecco, lui è

Pompignoli, figlio del grande Camerata, amico del duce, che ha combattuto come volontario per la

Repubblica di

Salò

. È il proprietario di questo negozio-museo

”, mi dice un uomo, simpatico, amico del proprietario di uno storico

negozio di souvenir del paese. “

Si sta battendo contro questa Amministrazione, di sinistra, che fa più danni che altro.

Lui è molto geloso degli oggetti originali che è riuscito a accaparrarsi in questi anni. Vedi, questo è l’olio di ricino.

Sono cinquant’anni che lo stava cercando. Ora, sta anche provando a recuperare la bara del duce, quella dove è

rimasto nascosto il corpo, quando venne rinchiuso in un armadio a Cerro Maggiore. Hanno voluto farglielo a sfregio

al duce quella volta. Ora la bara è all’asta, e Pompignoli la vorrebbe comprare".

“Tutta paccottiglia

”, secondo il Sindaco.

“Sa quanta roba falsa sul duce gira? Qua a Predappio, quando

vengono, si portano via anche i sassi!”

L’amico camerata, in visita al negozio, continua il suo elogio al commerciante: “

Vedi, il grande Pompignoli se non lo

trovi qui al negozio, è perché va ogni giorno al cimitero, sulla tomba del duce. È di casa lì”.

E come lui, fanno molti altri. Entrano nel cimitero di Cassiano, proseguono dritti, verso la cappella dei Mussolini.

Scendono giù, nella cripta,

dirigendosi davanti alla tomba del duce

,

pronti per il classico saluto romano

.

Restano

a braccio teso per un po’

, magari facendosi fare una foto.

Poi scrivono la loro frase elogio sulle pagine del libro

delle visite

. «

Duce sei la mia luce, torna

», è un classico. Poi rispettosi, come si rispetta la tomba di un proprio caro,