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piuttosto la capacità di elaborazione collettiva da parte
delle generazioni che si sono succedute.
Da più parti, anche attraverso proposte culturali, oggi ciò
viene riconosciuto, per cui si tende a considerare maturo
quel processo di elaborazione che è mancato per tanti anni
e che si dimostra come essenziale anche per l’acquisizione
di una maggiore consapevolezza democratica.
Anche in queste ragioni risiede la scelta di proporre,
nell’ambito delle future funzioni dell’Ex casa del Fascio e
dell’Ospitalità di Predappio, la realizzazione di un grande
Museo dedicato alla ricostruzione storica ed alla rappre-
sentazione dell’intero periodo della dittatura fascista, delle
sue premesse e delle sue conseguenze.
Ciò superando in qualche modo anche il luogo comune
che assegna necessariamente all’opera di musealizzazione
una funzione di enfatizzazione valoriale dei contenuti pre-
sentati.
Di fatto si tratterebbe del primo museo in Italia, forse fra i
primi in Europa, così caratterizzato.
E anche per tale motivo esso dovrebbe essere realizzato
con criteri espositivi molto innovativi e tecnologicamente
avanzati, coniugando al più alto grado “virtualità”, “mul-
timedialità” ed “interattività”, ed esplorando campi come
quello della “realtà aumentata” e della “comunicazione in
rete”.
Sul piano dei contenuti esso dovrebbe coniugare l’aspetto
cronologico con quello tematico, consentendo percorsi di
accesso collettivi e/o individuali strutturati eventualmente
a diversi livelli di approfondimento.
Da questo punto di vista è possibile che una serie di temi
di particolare rilevanza fungano da “griglia di accesso” ri-
chiamando anche la struttura complessiva del Centro di
documentazione e studi, del quale il Museo rappresenta
certamente “la parte emersa”.
Dunque “Architettura ed urbanistica”, “Politica di con-
senso e comunicazione”, “Cultura e arte”, “Economia e
lavoro”, “Stato e Partito”, “Nazione e razza”, “Il fascismo
fuori dall’Italia”, “La guerra”, possono essere alcuni dei
capitoli di un volume che il visitatore è invitato a sfogliare,
partendo magari da quello che ritiene di maggior interesse.
Ad essi dovrebbe poi essere affiancata una sezione di ca-
rattere locale dedicata al rapporto fra il fascismo, il suo
fondatore e Predappio.
Il Museo dovrebbe naturalmente prevedere la possibilità di
fruizione in diverse lingue e dovrebbe caratterizzare la
propria immagine e la propria vocazione in particolar
modo nella direzione di un target europeo.
Dal punto di vista della sua fruizione vanno tenute presenti
le possibilità consentite dal continuo sviluppo delle
tecnologie della comunicazione.
Negli ultimi cinque anni infatti si è assistito ad una vera e
propria esplosione, a doppia cifra annuale, della diffusione
di smartphone e tablet per uso applicativo ed esplorativo
della rete. Sempre più persone di tutte le età, utilizzano
questi dispositivi mobili per conoscere, giocare con le
informazioni, studiare e condividere direttamente con un
touch le proprie esperienze.
Tutti questi aspetti fanno dirigere l'attenzione dei
progettisti e programmatori web verso la integrazione
nativa del lato web/portale (http classico) con il mondo
delle mobile application, progettando da subito un elevato
livello di integrazione delle informazioni multimediali e
non del portale museale con le più evolute piattaforme per
il mobile.
Il ruolo dei social media nella pubblicazione web e mobile
rimane quindi importante e indispensabile ma non più
centrale. Facebook, Twitter, etc. dunque non costitui-
scono più la novità progettuale ma semplici strumenti di