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Capitolo secondo

L’individuazione delle funzioni

2a. Contenuti del progetto

Si è già ampiamente fatto riferimento nel corso dell’analisi

alla dimensione storica del territorio di Predappio e al va-

lore simbolico dell’edificio oggetto di progettazione.

Si tratta di aspetti fondamentali che hanno informato an-

che il programma di valorizzazione ipotizzato dalla stessa

Amministrazione comunale, che, come si è detto, ha più

volte espresso il proprio orientamento a destinare la strut-

tura sostanzialmente ad un’attività rivolta all’approfondi-

mento dei temi inerenti alla storia del 900, rielaborandone

la memoria alla luce di una aggiornata lettura storiografica.

Questo indirizzo, assolutamente condivisibile, tiene evi-

dentemente conto di una realtà nella quale, forse per

troppo tempo, si è lasciato spazio all’affermazione di

un’immagine stereotipata che privilegiava una lettura su-

perficiale del mito mussoliniano e considerava il pellegri-

naggio di nostalgici come un’appendice, ormai integrata,

della vita culturale cittadina.

Dunque di fronte a questa realtà, rispetto alla quale solo

negli ultimi anni è stato fatto uno sforzo significativo da

parte dell’Amministrazione comunale per offrire spunti

culturali contraddittori, con mostre ed eventi, il progetto di

riuso dell’Ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità si connota

come una grande opportunità, soprattutto se riuscirà a co-

stituire una sorta di “contrappasso” rispetto all’immagine

deteriore che è andata diffondendosi e che è stata sovente

rilevata anche a livello internazionale.

C’è chi ha voluto rappresentare Predappio come un paese

nel quale l’identità scompare dietro le vetrine di souvenir

provocatori e di cattivo gusto, chi ha voluto leggere

nell’accettazione delle manifestazioni apologetiche che si

svolgono ormai con regolarità le premesse di un revisioni-

smo storico recentemente diffusosi più nell’ambito della

comunicazione che in quello della ricerca storica, chi infine

ha colto l’occasione per rinnovare attraverso la falsa rap-

presentazione di una presunta accondiscendenza la so-

pravvivenza di una cultura antidemocratica.

Questa condizione, che naturalmente ha molti riflessi an-

che sul piano mediatico, non può che sollecitare ulterior-

mente un’iniziativa culturale capace di ampliare i livelli di

conoscenza sul passato mettendo al centro la ricostruzione

e la divulgazione storica e superando quelle forme di stru-

mentalità che in passato, in una direzione o nell’altra, ne

hanno condizionato l’elaborazione.

In rapporto a questo obiettivo un primo elemento di valu-

tazione riguarda l’arco temporale che dovrebbe costituire il

riferimento del progetto complessivamente inteso.

Non più o non solo il biennio corrispondente alle ultime

fasi del secondo conflitto mondiale (1943-1945), ma

l’intero periodo in cui il fascismo in Italia è nato e si è svi-

luppato. Il drammatico epilogo di questo regime infatti

non è più di per sé sufficiente a spiegarne l’evoluzione e le

radici ideologiche a materiali.

Anche per quanto concerne il bacino a cui si riferisce il

progetto è bene sottolineare che esso non dovrebbe con-

notarsi principalmente come iniziativa locale, quanto

piuttosto come proposta di ampio respiro, rivolta ad una

fruizione nazionale ed internazionale.

Da questo punto di vista essenziale sarà la capacità di inte-

ragire a livello europeo costruendo relazioni innanzitutto

con quei paesi che hanno avviato processi di elaborazione

della memoria del secolo scorso. E’ necessario rendersi

conto che a livello internazionale l’interesse per la storia

del fascismo è molto sviluppato, e non solo circoscritto

alla pur ampia letteratura storica, che ha visto impegnati

nello studio di questa forma di totalitarismo e del modo in