9
Capitolo secondo
L’individuazione delle funzioni
2a. Contenuti del progetto
Si è già ampiamente fatto riferimento nel corso dell’analisi
alla dimensione storica del territorio di Predappio e al va-
lore simbolico dell’edificio oggetto di progettazione.
Si tratta di aspetti fondamentali che hanno informato an-
che il programma di valorizzazione ipotizzato dalla stessa
Amministrazione comunale, che, come si è detto, ha più
volte espresso il proprio orientamento a destinare la strut-
tura sostanzialmente ad un’attività rivolta all’approfondi-
mento dei temi inerenti alla storia del 900, rielaborandone
la memoria alla luce di una aggiornata lettura storiografica.
Questo indirizzo, assolutamente condivisibile, tiene evi-
dentemente conto di una realtà nella quale, forse per
troppo tempo, si è lasciato spazio all’affermazione di
un’immagine stereotipata che privilegiava una lettura su-
perficiale del mito mussoliniano e considerava il pellegri-
naggio di nostalgici come un’appendice, ormai integrata,
della vita culturale cittadina.
Dunque di fronte a questa realtà, rispetto alla quale solo
negli ultimi anni è stato fatto uno sforzo significativo da
parte dell’Amministrazione comunale per offrire spunti
culturali contraddittori, con mostre ed eventi, il progetto di
riuso dell’Ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità si connota
come una grande opportunità, soprattutto se riuscirà a co-
stituire una sorta di “contrappasso” rispetto all’immagine
deteriore che è andata diffondendosi e che è stata sovente
rilevata anche a livello internazionale.
C’è chi ha voluto rappresentare Predappio come un paese
nel quale l’identità scompare dietro le vetrine di souvenir
provocatori e di cattivo gusto, chi ha voluto leggere
nell’accettazione delle manifestazioni apologetiche che si
svolgono ormai con regolarità le premesse di un revisioni-
smo storico recentemente diffusosi più nell’ambito della
comunicazione che in quello della ricerca storica, chi infine
ha colto l’occasione per rinnovare attraverso la falsa rap-
presentazione di una presunta accondiscendenza la so-
pravvivenza di una cultura antidemocratica.
Questa condizione, che naturalmente ha molti riflessi an-
che sul piano mediatico, non può che sollecitare ulterior-
mente un’iniziativa culturale capace di ampliare i livelli di
conoscenza sul passato mettendo al centro la ricostruzione
e la divulgazione storica e superando quelle forme di stru-
mentalità che in passato, in una direzione o nell’altra, ne
hanno condizionato l’elaborazione.
In rapporto a questo obiettivo un primo elemento di valu-
tazione riguarda l’arco temporale che dovrebbe costituire il
riferimento del progetto complessivamente inteso.
Non più o non solo il biennio corrispondente alle ultime
fasi del secondo conflitto mondiale (1943-1945), ma
l’intero periodo in cui il fascismo in Italia è nato e si è svi-
luppato. Il drammatico epilogo di questo regime infatti
non è più di per sé sufficiente a spiegarne l’evoluzione e le
radici ideologiche a materiali.
Anche per quanto concerne il bacino a cui si riferisce il
progetto è bene sottolineare che esso non dovrebbe con-
notarsi principalmente come iniziativa locale, quanto
piuttosto come proposta di ampio respiro, rivolta ad una
fruizione nazionale ed internazionale.
Da questo punto di vista essenziale sarà la capacità di inte-
ragire a livello europeo costruendo relazioni innanzitutto
con quei paesi che hanno avviato processi di elaborazione
della memoria del secolo scorso. E’ necessario rendersi
conto che a livello internazionale l’interesse per la storia
del fascismo è molto sviluppato, e non solo circoscritto
alla pur ampia letteratura storica, che ha visto impegnati
nello studio di questa forma di totalitarismo e del modo in