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Un sindaco rosso che fa da Cicerone al tour più nero d'Italia?

«Io, come sindaco del paese dove Mussolini è nato ed è sepolto, sono intervistato da giornali e tv di tutto il mondo.

Devo essere preparatissimo sull'argomento».

A furia di documentarsi, non è che è diventato un simpatizzante del Dux?

«Nessuna simpatia. Il mio è solo un appassionato interesse per una figura di prima grandezza che ha ricoperto un

ruolo-chiave nello scenario storico del '900».

Uno scenario che il Comune di Predappio intende far rivivere all'interno dell'istituendo Centro di

Documentazione del Novecento, alias «Il museo del Fascismo».

«Sulla parola museo, che ha tradizionalmente un'accezione celebrativa, sono fiorite delle polemiche strumentali. Come

se noi volessimo, appunto, celebrare il Fascismo e con esso Mussolini».

Cosa di cui lei si guarda bene. Anche per rispetto verso il suo capo, Matteo Renzi...

«Renzi è entusiasta all'idea del nostro museo».

Renzi entusiasta di un museo sul fascismo?

«Entusiasta del fatto che Predappio diventi la capitale intellettuale legata a una pagina cruciale della storia italiana: una

pagina utile da rileggere anche per comprendere non poche problematiche contemporanee».

Ultima curiosità: che effetto le fa vedere comprare un manganello, una felpa con la scritta Boia chi molla! o una

medaglia con la svastica?

«Tanta tristezza».