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creare un'atmosfera di impatto emotivo per il visitatore ba-
sato su simboli e graffiti.
Ma particolare attenzione deve essere riservata all‟iniziativa
torinese finalizzata alla realizzazione del
“Museo Diffuso,
della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei
Diritti, della Libertà”.
Oltre ad un allestimento perma-
nente particolarmente innovativo dedicato a “Torino
1938/1948, dalle leggi razziali alla costituzione”, il Museo è
strutturato come un vero e proprio centro culturale, ricco
di attività anche a livello editoriale.
Emblematica la storia della nascita del Museo, tratta dal
suo sito internet: “Sul finire degli anni Novanta, la Città di
Torino fu sollecitata dalle Associazioni della Resistenza a
dotare il nostro capoluogo di un museo dedicato alla storia
della Seconda Guerra Mondiale e delle sue conseguenze, la
Resistenza e la Deportazione. Fu quindi avviato uno studio
di fattibilità che coinvolse il Comitato di Coordinamento
fra le Associazioni della Resistenza del Piemonte, l'Istituto
Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società
Contemporanea (ISTORETO), l'Università e la Provincia
di Torino. Nello stesso periodo avevano preso il via i lavo-
ri di ristrutturazione del Palazzo dei Quartieri Militari di
San Celso, che il Comune aveva destinato a nuova sede per
l'Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della
Società Contemporanea (ISTORETO) e l'Archivio Nazio-
nale Cinematografico della Resistenza (ANCR).
L‟inserimento del Museo nello stesso Palazzo ha permesso
di dare vita a un centro in cui le funzioni della ricerca e del-
la conservazione – assicurate dagli Istituti - e quelle della
comunicazione – svolte dal Museo – potessero convivere e
arricchirsi reciprocamente. Il Museo è stato inaugurato e
aperto al pubblico il 30 maggio del 2003, dotando così la
città di un centro dedicato alla divulgazione e alla riflessio-
ne sui temi della storia contemporanea. È un museo diffu-
so, con un forte legame con il luoghi della memoria citta-
dina, che non si esaurisce nei suoi spazi espositivi, ma invi-
ta il pubblico a proseguire la visita nel tessuto urbano.
Una sala del Museo Diffuso di Torino
Per la gestione del Museo, si è dato vita nel 2006 a
un‟Associazione senza fini di lucro, della quale sono Soci