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Il progetto
AAA/Italia,
nato su iniziativa del Ministero
per i Beni e le Attività Culturali, che associa molte istitu-
zioni che detengono archivi di architettura, ha consentito
la realizzazione di una Guida nella quale sono schedati 43
soggetti conservatori o di vigilanza e 443 archivi e colle-
zioni di disegni e documenti.
Tale Guida è costituita da due strumenti principali: le
schede descrittive degli istituti conservatori e gli indici degli
istituti e degli archivi degli architetti e degli ingegneri.
Alla crescente attenzione sul piano archivistico è corrispo-
sta anche una maggiore iniziativa di carattere espositivo.
Si segnala ad esempio la mostra realizzata nel 2013 dal
Mart di Rovereto “Adalberto Libera. La città ideale”, dedi-
cata ad uno dei grandi protagonisti del rinnovamento
dell‟architettura italiana.
Infine degna di nota è la costituzione nel 2006, da parte di
EUR S.p.A, Agenzia per la Città e Regione Lazio, della
fondazione
“CE.S.A.R. Onlus (Centro Studi per
l’Architettura Razionalista),
che si configura come il
primo soggetto in Italia per la tutela, il restauro e la valo-
rizzazione di edifici e complessi urbanistici di matrice ra-
zionalista.
Il Centro, di cui uno dei principali promotori è stato Lèon
Krier, urbanista, docente presso la Yale University, ha
svolto un‟intensa attività di carattere editoriale.
4c.3 -
Il panorama europeo
Uno sguardo, anche se sintetico e limitato all‟Europa occi-
dentale, sulle iniziative istituzionali e museografiche
nell‟ambito dei temi che riguardano l‟elaborazione della
“memoria” delle dittature nazi-fasciste della prima metà del
900 e la ricostruzione storica in forma museale, può essere
di grande utilità al fine di prospettare una linea progettuale
di spessore internazionale.
La Germania.
In una lezione sui “luoghi della memoria tedeschi” tenuta a
Modena nel 2004, Maria Laura Marescalchi suddivide quat-
tro fasi di trasformazione del “paesaggio” della memoria in
Germania, che hanno dato origine ad un dibattito molto
acceso.
La prima di queste riguarda il primo ventennio dopo la fine
della seconda guerra mondiale (dal 1945 al 1965), caratte-
rizzato dal diffuso tentativo dei tedeschi di
“accentuare la ce-
sura storica e di percepirsi essi stessi come vittime del nazismo”.
Qui
il silenzio e la rimozione prevalgono a tutti i livelli.
La seconda fase (seconda metà degli anni ‟60) vede invece
svilupparsi, anche in coincidenza col pronunciamento di
nuove generazioni “di sinistra”, un grande dibattito sul
rapporto col passato nazista.
Ne consegue, nella terza fase (anni ‟70 e ‟80), un processo
di “scavo” nella memoria, che porta anche ad una serie di
ricerche e produzioni editoriali e ad alcune iniziative di do-
cumentazione, fra le quali assume grande rilievo la
“To-
pographie des Terrors”,
un progetto che si sviluppa fino
ad oggi con la realizzazione di un “memoriale” presso
quelli che furono gli uffici centrali della Gestapo e delle SS
e il quartier generale del RSHA. Nel 1987 viene realizzata
la prima mostra documentaria che riguardava non solo le
istituzioni che operavano durante il nazismo e chi ad esse
si oppose, ma anche il successivo periodo dell‟”oblio” e le