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Fondatori la Città di Torino, la Provincia di Torino, la Re-
gione Piemonte, l'Ancr e l'Istoreto. Sono Aderenti di dirit-
to le Associazioni della Resistenza (ANED, ANEI, ANPI,
ANPPIA, FIVL). Tra gli altri Aderenti, la Comunità Ebrai-
ca di Torino e il Centro studi “Piero Gobetti”.”
Da questa breve rassegna emerge con sufficiente chiarezza
l‟assenza nel panorama nazionale di istituzioni museali de-
dicate alla storia dell‟intero periodo occupato dalla dittatura
fascista (1922/1945), in favore di una storiografia concen-
trata sul biennio della guerra di liberazione.
Su questa problematica alcuni anni fa si è sviluppato anche
un dibattito, sollecitato dalla la presa di posizione di Marco
Pizzo, direttore del Museo del Risorgimento del Vittoria-
no, con la quale lanciava l‟idea di un‟esposizione sul fasci-
smo, a partire dall‟esposizione del ‟32, da integrare poi in
un unico museo storico nazionale.
Rizzo sostiene che è matura la situazione per mettere il fa-
scismo in un museo e annuncia un‟iniziativa specifica in-
centrata su una linea di sostanziale continuità storica.
Un‟impostazione questa che richiama un tema già affronta-
to nei primi anni dopo la liberazione, quando fu posta la
questione, di rilevante interesse storiografico, della possibi-
le continuità fra Risorgimento e Resistenza, come ricorda
Massimo Baioni nel saggio “Istituzioni e musei storici tra
fascismo, guerra, Repubblica”.
Allora furono Ghisalberti e Parri a sostenere la separazione
netta delle competenze istituzionali rispetto ad uno e
all‟altra. Lo stesso Gaetano Salvemini parlò apertamente di
rischio di una storia della Resistenza “fatta alla rovescia”
nel caso in cui, tramite lo stato, la documentazione fosse
finita nelle mani dell‟esercito. Egli concepiva un archivio
della resistenza liberamente organizzato dai privati.
Comunque l‟iniziativa di Rizzo, probabilmente anche per
le insite contraddizioni sul piano storiografico, non sembra
avere avuto concretizzazione di sorta.
A conclusione di questa breve rassegna museografica è
opportuno segnalare un‟iniziativa particolare costituita dal
progetto di realizzazione di un
“Museo virtuale delle in-
tolleranze e degli stermini”,
per il quale nel 1997 è stata
costituita un apposita associazione
(AMIS)
, per iniziativa
di un gruppo di studiosi che hanno ritenuto necessario im-
pegnarsi per realizzare un luogo capace di raccogliere e
comunicare la memoria delle sopraffazioni e dei crimini,
che hanno attraversato la storia fino ai giorni nostri.
Le immagini
Molto interessante, nell‟ambito delle iniziative museografi-
che ed archiviste, l‟attenzione maturata negli anni per le
documentazioni di carattere fotografico e cinematografico.
Tre sono gli istituti di rilievo nazionale che si occupano di
questo settore.
L‟Archivio audiovisivo del movimento operaio e democra-
tico nasce nel 1979 come associazione, con la denomina-
zione di
Archivio storico audiovisivo del movimento
operaio
(
ASAMO
), ed eredita il patrimonio filmico
del Pci e della Unitelefilm - società di produzione cinema-
tografica, quest‟ultima, legata al Pci. Primo Presidente dell‟
archivio sarà, per alcuni anni, Cesare Zavattini.
Nel 1983 il patrimonio dell‟archivio viene dichiarato dal-
la Soprintendenza archivistica per il Lazio di notevole inte-
resse storico. E' il primo archivio audiovisivo italiano, che
grazie alla consistenza e importanza del suo patrimonio,
riceve questa notifica. Nel 1985 l‟Archivio viene ricono-
sciuto come Fondazione, per la necessità di tutelare al me-
glio il suo patrimonio. L'archivio assume quindi l‟attuale
denominazione:
Fondazione Archivio Audiovisivo del
movimento operaio e democratico (AAMOD)
.
Attualmente il patrimonio dell‟Archivio audiovisivo si può
suddividere nelle seguenti aree: Filmoteca, Audiote-
ca/Nastroteca, Fototeca, Archivi cartacei, Archivi ospiti.