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sue ragioni. Negli anni ‟90 nasce una Fondazione che pun-
ta a “
mediare e diffondere le conoscenze storiche sul nazismo e stimo-
lare un’attiva riflessione su quel periodo storico e le sue conseguenze.
I mezzi attraverso i quali agisce sono: esposizioni documentarie pre-
sentate in tutto il mondo, manifestazioni in collaborazione con istitu-
zioni internazionali, organizzazione di conferenze e seminari anche a
carattere pedagogico, organizzazione di viaggi di studio”.
La sede della Topografia del Terrore inaugurata nel 2010
Con la nascita di questa istituzione, che rimane una delle
più importanti della Germania, anche perché essa coordina
un gran numero di “luoghi della memoria”, ci si avvia ver-
so la quarta fase, che arriva fino ad oggi, e che vede la dif-
fusione di un approccio storico più libero dai condiziona-
menti del passato ed una rinnovata iniziativa sul terreno
della documentazione e della musealizzazione, anche se ad
esso si sono di sovente accompagnate polemiche e conflit-
ti.
Ne è testimonianza la mostra che fu realizzata nel Museo
di storia tedesca di Berlino nel 2010, dal titolo
“Hitler e i
tedeschi - Collettività nazionale e crimine”
e curata
dallo storico Hans-Ulrich Thamer. L‟iniziativa stimolò
molte prese di posizione e contrasti, fra chi denunciava il
rischio che i visitatori non comprendessero il senso storico
dell‟operazione, chi dichiarava “la fine di un tabù”, chi si
preoccupava di atti di danneggiamento verso le opere
esposte.
Altre iniziative più recenti estendono il campo delle istitu-
zioni esplicitamente rivolte alla storia del 900 ed in partico-
lare del nazismo.
Fra queste assume un‟importanza rilevante, soprattutto per
al capacità di trasformare un luogo simbolico come
l’Obersalzberg,
la collina vicino a Salisburgo dove Hitler
collocò la sede vicaria del suo governo, nota anche come
“Il nido dell’aquila”,
in una meta turistica molto
La sede della Documentation Obersalzberg
frequentata, però con una componente di nostalgici che
non supera il 5% dei visitatori, come riferisce Enrico Aro-
sio in un articolo sull‟Espresso del 2011, la realizzazione a
cura dell‟Istituto Storico di Monaco della “Documentation