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Per quanto riguarda i molti musei della Resistenza e della

deportazione, va segnalato che alcuni aderiscono alla fede-

razione

"Musée de la Résistance Nationale",

com-

prendente Bourges, Champigny-sur-Marne, Chateaubriant

Voves-Rouillé, Givors, Nice, Montluçon, Varenne Vauzel-

les. I musei e la federazione si propongono di mantenere

viva la memoria della Resistenza, attraverso l'organizzazio-

ne di mostre e visite guidate.

Altre istituzioni si occupano in modo più specifico della

seconda guerra mondiale e in particolare dello sbarco in

Normandia. Fra esse ricordiamo il

Memorial de Caen, il

Musée du Débarquement d'Arromanches, il Musée

Mémorial d'Omaha Beach, l’Airborn Museum.

Per quanto riguarda i temi della Resistenza e della deporta-

zione si segnalano poi alcuni Musei a carattere regionale,

da quello di

Grenoble

a quello di

Angoulême,

da quelli

dedicati alle zone

Loir-et-Cher

e

Morvan

a quello di

Ni-

ce,

con una sezione dedicata

al festival cinematografico ri-

servato a pellicole sull'argomento.

Infine si segnala un museo virtuale: il sito Internet

"Pour

la Memoire des Résistants et Déportés de Bataillon

d'Eysses",

curato dalla Fondation pour la Mémoire de la

Déportation.

Appare con tutta evidenza, dall‟analisi delle attività propo-

ste dai musei francesi, l‟importanza del tema delle deporta-

zioni particolarmente sentito da sempre da parte

dell‟opinione pubblica.

La Spagna.

Il protrarsi del franchismo fino alla metà degli anni settanta

ha reso del tutto particolare la vicenda spagnola per quanto

riguarda le modalità con cui anche oggi viene affrontato il

tema della “memoria”.

La rottura col regime autoritario qui non coincide, come

avviene in Italia, Germania e nella Francia degli anni qua-

ranta, con le vicende della seconda guerra mondiale, ma si

manifesta in forma di transizione, dopo quarant‟anni di so-

stanziale continuità e la “memoria” è proiettata soprattutto

su quello che rappresentò la “guerra civile” del 1936.

La necessità dunque di rappresentare la storia e le nefan-

dezze del regime fascista non assume il carattere della vasta

opera informativa che ha caratterizzato gran parte

dell‟Europa ed è stata accompagnata anche da una larga

diffusione di istituzioni museali.

Il tema della memoria e della riflessione storica è forte-

mente connotato in termini politici e si manifesta soprat-

tutto in relazione ad iniziative di carattere legislativo (Ley

de memoria historica, ecc.).

Di ciò dà conto in modo approfondito anche il resoconto,

redatto da Giulia Quaggio, del convegno svoltosi in Liguria

nel 2006 su “Spagna 1936-2006 tra pacificazione franchista

e riconciliazione democratica” e promosso dalla rivista

Spagna Contemporanea in collaborazione con l‟Istituto di

Studi Storici Gaetano Salvemini.

Gli stessi “luoghi simbolo” della prima metà del novecento

hanno un rilevo storiografico minore e riguardano essen-

zialmente il conflitto civile ed in larga misura il tema irri-

solto di una definizione condivisa delle sue vittime.

Centrale rispetto al dibattito sulla memoria è sempre stato,

ed è ancora, il monumento della

Valle de los Caídos

(Val-

le dei Caduti), costruito nelle vicinanze di Madrid fra il

1940 ed il 1958, che contiene il sacrario dei caduti nella

guerra civile (di entrambi gli schieramenti), il mausoleo in

cui è sepolto Francisco Franco e la tomba del fondatore

della Falange Primo de Rivera.

Dalla sua apertura al pubblico (1957) il monumento è meta

di pellegrinaggi di nostalgici franchisti e ciò ha prodotto,

dopo la caduta del regime, un ricorrente conflitto fra la si-

nistra ed i conservatori. Nel 2009 il governo Zapatero ne