Background Image
Previous Page  12 / 172 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 12 / 172 Next Page
Page Background

12

24/04/2014

Sabato Il Giornale ha pubblicato un lungo reportage di Luigi Mascheroni da Predappio. Nella città natale di Benito

Mussolini il sindaco Giorgio Frassineti, del Pd, vorrebbe trasformare la casa del Fascio (bellissima dal punto di vista

architettonico, ma abbandonata da anni) in un museo del Fascismo: il primo in Italia. L’idea è sottrarre la città del

Duce ai pellegrinaggi dei nostalgici e istituire un museo – senza apologia né celebrazioni, ma rigoroso la punto di

vista storico – per cercare di capire come fu davvero l’Italia fascista. Sul tema nei giorni scorsi sono intervenuti gli

storici Roberto Chiarini, Nicholas Farrell e Francesco Perfetti.

Oggi abbiamo intervistato Luciano Canfora.

“Museo del Fascismo? Inutile. La nostalgia la cura il tempo”

Lo storico di sinistra: “Una ‘casa’ per il Ventennio rischia solo di celebrarlo. E per superare le

contrapposizioni ideologiche si devono spegnere le passioni”

Luciano Canfora

Intervista di Luigi Mascheroni

Sabato

il Giornale

ha pubblicato un lungo reportage di Luigi Mascheroni da Predappio. Nella città natale di Benito

Mussolini il sindaco Giorgio Frassineti, del Pd, vorrebbe trasformare la Casa del Fascio (bellissima ma abbandonata da

anni) in un museo del Fascismo: sarebbe il primo in Italia.

L'idea è sottrarre la città del Duce ai pellegrinaggi dei nostalgici e istituire un museo per cercare di capire che cosa fu

davvero l'Italia fascista. Sul tema nei giorni scorsi sono intervenuti gli storici Roberto Chiarini, Nicholas Farrell e

Francesco Perfetti. Oggi abbiamo intervistato Luciano Canfora.

La proposta del sindaco di Predappio Giorgio Frassineti, Pd di area renziana, di trasformare la Casa del Fascio della

città natale del Duce in un museo del Ventennio sembra dividere - come era prevedibile - gli storici. È un'idea che

convince ad esempio Roberto Chiarini, che sta lavorando anche a un percorso museale sulla Rsi a Salò, ma non

Francesco Perfetti, il quale ha sottolineato i rischi di una celebrazione del Fascismo.

E cosa pensa invece Luciano Canfora, da storico della sinistra? Un museo del genere perpetuerebbe o

aiuterebbe a superare le divisioni ideologiche?

«Veramente altri sindaci di Predappio, penso a Ivo Marcelli, sempre di sinistra, si sono posti in passato il problema di

valorizzare l'origine mussolinana della città. E non mi stupisce che l'amministrazione comunale voglia in qualche

modo

incanalare

il fenomeno della processione nostalgico-mistica a Predappio, che certo costituisce un problema...».

Però...

«Però quando accadde una cosa simile, nel 1999 - allora si pensava a un riuso della casa natale di Mussolini - la

proposta fu inquadrata polemicamente nel più generale fenomeno del

revisionismo

storiografico. Un concetto

ambivalente, perché tutta l'attività storiografica è una

revisione

alla luce di nuovi documenti e del mutare col tempo

della nostra mentalità... Come diceva Benedetto Croce, la Storia è sempre contemporanea, e la ripensiamo secondo

l'esperienza del presente. Insomma, posso capire che i giornali e i politici, in quel momento, ponessero il problema

della

rilettura

del fascismo. Ma oggi la questione mi sembra meno interessante, perché il revisionismo storiografico,

in quel senso, ormai è entrato nelle corde di ogni storico serio».

Insomma, una proposta del genere oggi non ha senso?

«Ne ha poco. Io credo che una mostra temporanea, come quella ospitata ora nella Casa natale, se basata su documenti

accertati e con una supervisione di storici riconosciuti, va bene: valorizzare il periodo, molto interessante, del

Mussolini socialista, serve a tutti, anche agli storici antifascisti. Leonardo Rapone, nel suo saggio del 2011 Cinque

anni che paiono secoli sul passaggio di Antonio Gramsci dal socialismo al comunismo, dal 1914 al 1919, ha

sottolineato la grande attenzione che Gramsci ebbe per Mussolini, da quando era un leader socialista fino alla

direzione del Popolo d'Italia. Quindi ben venga una mostra del genere, perché è un periodo a lungo

rimosso

...».

Però un museo è troppo.

«Guardi, veramente, in me la cosa suscita molte perplessità. Che senso ha un museo? Il museo dà un'idea di staticità,

un luogo in cui i pezzi vengono accolti per il loro valore simbolico... Il fascismo è un momento della storia d'Italia:

monumentalizzarlo in modo isolato non mi pare un procedimento critico, ma enfatico, addirittura celebrativo. No, non

mi sembra una scelta felice».

Francesco Perfetti su queste pagine, ieri, ha detto la stessa cosa, e proponeva semmai un Museo dell'Identità

nazionale.

«Ma anche questa idea non mi entusiasma. Già solo il concetto, molto sfuggente, di

identità nazionale

esigerebbe una

trattazione specifica. Quando comincia l'identità nazionale, per l'Italia? Con Odoacre, con Machiavelli, con Dante?